La violenza contro le donne è una delle più diffuse e devastanti violazioni dei Diritti Umani. Una donna su tre subisce violenze nel corso della propria vita. Questo succede in qualsiasi Paese, in qualsiasi società; succede a casa, a scuola, per strada, a lavoro, su internet, in situazione di conflitto e in assenza di conflitti. Non importa dove si verifichi la violenza contro le donne o quale forma prenda: deve essere fermata.
La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, darà avvio a 16 giorni di attivismo #16days contro la violenza di genere, che termineranno il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani. La campagna globale si svolgerà quest’anno sullo sfondo di una protesta senza precedenti: milioni di persone si sono unite con l’hashtag #MeToo, mettendo in luce la vastità di molestie sessuali e altre forme di violenza che le donne subiscono in ogni parte del mondo, ogni giorno. La campagna invita tutti ad agire per porre fine a tutte le forme di violenza contro donne e ragazze, con tutti gli strumenti possibili.
Rompere il silenzio è il primo passo da fare per trasformare la cultura della violenza di genere.
Il tema di quest’anno è “Non lasciare nessuno indietro – Porre fine alla violenza contro le donne”, rispecchiando il principio cardine dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, tema che rafforzerà l’impegno della campagna UNiTE per un mondo libero dalla violenza per tutte le donne e ragazze, comprese rifugiati e migranti, minoranze, popoli indigeni e le popolazioni colpite da conflitti e disastri naturali. L’obiettivo è sostenere coloro che sono particolarmente vulnerabili. La campagna UNiTE sceglie il colore arancione per simboleggiare un futuro più luminoso senza violenza: edifici, strade, scuole saranno illuminati di arancione per attirare l’attenzione sul tema della violenza contro le donne.
Alcuni studi mostrano che il 70% di donne nel mondo ha subito violenza fisica e/o sessuale dal proprio partner nel corso della vita. Le donne che sono state abusate sessualmente dai loro partner hanno più probabilità di abortire e, in alcune regioni, di contrarre l’HIV.
Oggi, in tutto il mondo, quasi 750 milioni di donne e ragazze si sono sposate prima del loro diciottesimo compleanno. Il matrimonio precoce spesso comporta una gravidanza precoce e l’isolamento sociale, limita le opportunità della ragazza e aumenta il rischio di subire violenza domestica. Almeno 140 Paesi hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 144 presentano leggi sulle molestie sessuali; tuttavia, 37 Paesi esentano gli autori di stupro dall’accusa quando sono sposati o se, successivamente, sposano la vittima.
La promessa degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile – non lasciare nessuno indietro – non può essere mantenuta senza porre fine alla violenza contro le donne. Attraverso questa campagna, le Agenzie delle Nazioni Unite mobiliteranno e sosterranno i governi e gli attori statali a rispettare i loro impegni per porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze.
Nel suo messaggio in occasione della Giornata, la neo Direttrice Generale Audrey Azoulay ricorda l’impegno e le principali azioni dell’UNESCO per la parità di genere e la lotta contro la violenza sulle donne e afferma:
“La violenza non solo danneggia le donne, ma indebolisce le intere società. In un momento in cui tutti i Paesi sono alla ricerca di nuove fonti di creatività e dinamismo, nessuno può essere lasciato indietro, nessuna società può permettersi di discriminare metà della sua popolazione, metà della sua immaginazione, metà del suo ingegno. I diritti e la dignità delle ragazze e delle donne sono le basi per un futuro migliore per tutti.“
#orangetheworld #16days #MeToo
Messaggio della Direttrice Generale Audrey Azoulay (traduzione in italiano a cura del Centro per l’UNESCO di Torino)
Link al sito delle Nazioni Unite
Link alla pagina dedicata sul sito dell’UNESCO