Intelligenza artificiale: promesse e minacce
Al giorno d’oggi computer e robot imparano a prendere decisioni! Ovviamente, “decidere” è una parola grossa per delle macchine che non hanno una coscienza e il cui livello di “intelligenza” non raggiunge neanche quello di una rana. Tuttavia, le nuove evoluzioni dell’intelligenza artificiale (IA) hanno di che spaventare alcuni e far sognare altri.
Tra mito e realtà, a che punto è esattamente lo stato della ricerca in questa tecnologia che sconvolge tutte le altre? Nel suo Grandangolo, il Corriere presenta spunti di riflessione e propone alcune etichette terminologiche che consentono a lettori non esperti di ritrovarsi nel mondo affascinante e minaccioso dell’intelligenza artificiale.
Per molti, il termine “intelligenza” non è che una metafora quando si tratta di macchine o robot che sono destinati a rimanere dei semplici ed umili assistenti degli umani. L’IA ci aiuta a superare le barriere linguistiche grazie alla traduzione automatica, a svolgere molti compiti di routine, come riordinare, fabbricare prodotti, scoprire malattie a stadi anteriori rispetto a quelli che i medici possono diagnosticare, a creare protesi azionabili con il pensiero…
Resta pur sempre che l’associazione tra ciò che definiamo apprendimento profondo delle macchine (deep learning) e dei grandi dati (big data) sta provocando non solo una rivoluzione dell’intelligenza artificiale, ma anche una quarta rivoluzione industriale che le nostre società non sono pronte ad affrontare. Molti esperti ritengono che l’IA riguardi più una rivoluzione culturale che una rivoluzione tecnologica e che l’educazione dovrà adattarsi rapidamente a questi nuovi dati, affinchè le nuove generazioni imparino a vivere in un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo oggi.
Il problema già si pone: i dati utilizzati dall’intelligenza artificiale non rischiano di essere utilizzati per rafforzare luoghi comuni e pregiudizi? Definizione del profilo razziale, censura, previsione del carattere criminale…dei criteri discriminatori sono già introdotti in alcune macchine alle quali si insegna ad analizzare tipi di comportamento. Più lo sviluppo tecnologico diventa complesso, più le questioni etiche che esso solleva diventano complesse. Lo sviluppo di robot assassini ne è la prova eclatante.
Alle sfide etiche si aggiungono quelle della monopolizzazione del potere. Mentre in Africa l’IA compie appena i suoi primi passi, pochi Paesi investono miliardi di dollari nella ricerca fondamentale che è, d’altronde, praticamente nelle mani di pochi noti giganti dell’informatica. Queste sfide internazionali richiedono una coalizione internazionale indispensabile allo sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale.
In questo numero si segnalano:
– i contributi di illustri scienziati e pensatori sull’intelligenza artificiale e le problematiche connesse;
– l’intervista alla Direttrice Generale dell’UNESCO Audrey Azoulay (disponibile in italiano nella versione curata dal Centro per l’UNESCO di Torino);
– l’interessante approfondimento intitolato “Danzare l’indicibile o la questione dell’influenza della memoria della schiavitù sulla creazione artistica contemporanea” (in occasione del 23 agosto, Giornata Internazionale in ricordo della Tratta degli Schiavi e della sua Abolizione)
– lo speciale dedicato ai 70 anni del Corriere UNESCO e alla celebrazione del centesimo anniversario dalla nascita di Nelson Mandela il 18 luglio 2018, ricordando che il Corriere UNESCO era il solo giornale che leggeva a Robben Island.
Il Centro per l’UNESCO di Torino, come di consueto, ha redatto una versione ridotta del Corriere UNESCO che include: copertina, la traduzione in italiano dell’editoriale e dell’intervista alla Direttrice Generale, l’indice, le “Pubblicazioni” e la pagina finale in lingua inglese.
La versione integrale del Corriere è scaricabile gratuitamente al link https://en.unesco.org/courier/2018-3 nelle 7 lingue ufficiali dell’Organizzazione (inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, cinese e portoghese).
Versione ridotta del Corriere UNESCO luglio-settembre 2018 (a cura del Centro per l’UNESCO di Torino)